In omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia

In omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. - Art. 1 della Costituzione della Repubblica Italiana

venerdì 25 ottobre 2013

Conciliazie dei tempi di vita e di lavoro

La legge 8 marzo 2000, n. 53, intitolata "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città", confluita successivamente nel D.lgs. 151/2001 (Testo unico sulla maternità e paternità), riconosce alle lavoratrici madri e ai padri lavoratori, che svolgono l'importante ed impegnativo compito di genitori, non soltanto permessi, congedi (retribuiti e non) e indennità di varia natura, ma anche la possibilità (attraverso accordi siglati con le organizzazioni sindacali) di concordare con il datore di lavoro particolari forme di flessibilità degli orari (ad esempio, orario flessibile in entrata e in uscita, su turni, orari concentrati) oppure particolari forme di organizzazione del lavoro, quali telelavoro o lavoro a domicilio, al fine di far conciliare da un lato l'interesse aziendale consistente nella prestazione lavorativa e dall'altro quello del dipendente relativo alla gestione della propria vita familiare.
La riorganizzazione aziendale dell'orario di lavoro per concretizzare questa conciliazione di interessi ha dei costi, più o meno consistenti, soprattutto per le piccole realtà produttive. L'articolo 9 della legge 53/2000 prevede che vengano concessi contributi alle aziende per coprire in tutto o in parte gli oneri sostenuti dal datore di lavoro. Questi contributi vengono finanziati con un apposito Fondo delle politiche della famiglia.
La legge 18 giugno 2009, n. 69, ha riscritto l'art. 9 della legge n. 53/2000, con l'obiettivo di rilanciare questo strumento di sostegno alla maternità e paternità e promuovere progetti sperimentali che attuino, con maggiore efficacia ed effettivamente, misure dirette a sostenere i soggetti con responsabilità genitoriali o familiari. Innanzitutto è stata ampliata la rosa dei soggetti beneficiari. Sono ricompresi così non solo le aziende, le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere ma anche i datori di lavoro privati iscritti in pubblici registri, i titolari di impresa, i lavoratori autonomi o liberi professionisti per esigenze legate alla maternità o alla presenza di figli minori ovvero disabili, non più solo per finanziare la loro sostituzione totale dall'attività con altri soggetti autonomi in possesso dei necessari requisiti professionali, ma anche per avvalersi della loro collaborazione parziale. Collaborazione che può essere attivata anche con un eventuale soggetto dipendente.
Per fruire dell'incentivo, prima era necessario stipulare un accordo collettivo con le parti sociali che prevedesse un progetto per l'attuazione di azioni positive, ora è sufficiente, almeno nelle imprese di minori dimensioni, un accordo individuale tra lavoratrice/lavoratore e datore di lavoro. Questo elemento di rilevante novità è stato suggerito dal Piano di Azione 2020 realizzato congiuntamente dal Ministero del Lavoro e dal Ministero delle pari opportunità (http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/archivio-focus/1783-intesa-conciliazione-dei-tempi-di-vita-e-di-lavoro).

Un esempio di accordo applicabile in realtà produttive oltre i 15 dipendenti è quello Gromart, azienda leader nella produzione di gelato di alta qualità (http://www.italialavoro.it/wps/wcm/connect/09415d004e842b4aba86bf4a8032a81f/Contratto+Integrativo+GROM++31.07.12-1.pdf?MOD=AJPERES).


Il sito nasce all’interno del progetto LaFemMe e mette a disposizione delle aziende, delle parti sociali e dei consulenti una serie di servizi e input operativi – oltre che informazioni mirate - per avviare misure di flessibilità oraria e organizzativa, iniziative di welfare aziendale e territoriale, percorsi di gestione e accompagnamento della maternità e attività di sensibilizzazione e comunicazione in materia di conciliazione.

giovedì 30 maggio 2013

Apprendistato: disciplina generale e regime contributivo

Disponibile la Circolare n. 27 del 24 maggio 2013 con la quale l'Istituto, alla luce delle novità introdotte in materia di apprendistato dal Decreto Legislativo 167/2011 (Testo Unico dell'Apprendistato), dalla Legge n. 183/2011 (Legge di Stabilità 2012) e dalla Legge n. 92/2012 di Riforma del mercato del lavoro, fornisce un quadro normativo aggiornato della disciplina generale, con particolare riferimento al regime contributivo previsto per questa tipologia contrattuale ed ai criteri di erogazione delle prestazioni di propria competenza.
Fra le novità di maggiore interesse, quella prevista dalla citata Legge di Stabilità 2012, che ha riconosciuto - in favore delle aziende che hanno alle dipendenze fino a nove lavoratori e per i periodi contributivi maturati durante i primi tre anni del contratto - l'applicazione di uno sgravio contributivo del 100% per i contratti di apprendistato stipulati dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2016.

martedì 7 maggio 2013

Sgravio contributivo, sulle erogazioni previste dai contratti collettivi di secondo livello, disciplinato dalle leggi n. 92/2012 e n. 247/2007.


La circolare INPS del 3 maggio 2013 indica le procedure per le imprese che intendono chiedere lo sgravio contributivo legato alla contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale.
Il documento fornisce le indicazioni operative sulle modifiche introdotte dalla Riforma del Lavoro e dal decreto interministeriale applicativo del 27 dicembre 2012.
La richiesta per lo sgravio contributivo va presentata in via telematica all’INPS, che deve ancora aprire i termini per l’invio delle istanze.

Sconto contributivi

L’incentivo 2012 vale 650 milioni di euro, assegnati per il 62,5% alla contrattazione aziendale e al 37,5% a quella territoriale.
Il beneficio massimo è pari al 2,25% della retribuzione contrattuale annua di ciascun lavoratore, livello che può salire fino al 5% in base a specifici accordi in sede di conferenza dei servizi. Lo sconto fiscale è così ripartito:
  • Entro il limite massimo di 25 punti dell’aliquota a carico del datore di lavoro, al netto delle riduzioni contributive per assunzioni agevolate, delle eventuali misure compensative spettanti e, inagricoltura, al netto delle agevolazioni per territori montani e svantaggiati.
  • Il totale sulla quota del lavoratore è pari al 9,19% per la generalità delle aziende, al 9,49% per i datori di lavoro soggetti alla Cigs, all’8,84% per gli operai assunti in agricoltura, per gli apprendisti la quota è pari al 5,84%. Non costituisce oggetto di sgravio il contributo (1%) ex art. 3 ter della legge n. 438/1992, dovuto sulle quote di retribuzione eccedenti il limite della prima fascia di retribuzione pensionabile (per l’anno 2012 44mila 204 euro che, rapportato a dodici mesi, è pari a 3mila 684 euro).
Il contratto di 2° livello, aziendale o territoriale, deve:
  • essere sottoscritto dai datori di lavoro e depositato presso le Direzioni territoriali del Lavoro, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto ministeriale (quindi valgono tutti i contratti depositati entro il 6 maggio 2013, 30 giorni lavorativi dopo il 4 aprile 2013, giorno della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale);
  • prevedere erogazioni correlate ad incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa, oltre che collegate ai risultati riferiti all’andamento economico o agli utili della impresa o a ogni altro elemento rilevante ai fini del miglioramento della competitività aziendale.
Per quanto riguarda la somministrazione, il contratto di secondo livello deve essere sottoscritto dall’organizzazione di cui fa parte l’impresa utilizzatrice.
La fruizione del beneficio è sempre subordinata alla regolarità retributiva e contributiva.

La domanda

Va inviata in via telematica all’Inps (anche per i lavoratori iscritti all’Inpgi e alle gestioni ex INPDAP ed ex ENPALS). I termini saranno resi noti con apposito messaggio dell’Inps, unitamente al rilascio della procedura telematica per presentare le istanze. La domanda dovrà contenere:
  • dati identificativi dell’azienda,
  • tipologia di contratto (aziendale o territoriale) e data di sottoscrizione,
  • data di deposito presso la Direzione Territoriale del Lavoro competente,
  • indicazione dell’Ente previdenziale al quale sono versati i contributi pensionistici,
  • ogni altra indicazione che potrà essere richiesta dall’Istituto.
L’INPS valuterà le domande arrivate nei termini stabiliti, e avrà 60 giorni di tempo dalla chiusura dei termini per valutarle. Se le richieste aziendali superano le risorse destinate dell’incentivo, questo viene rideterminato riducendo gli importi.

Ulteriori informazioni al link:

lunedì 29 aprile 2013

Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro - 28 aprile 2013



L'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ha celebrato lo scorso 28 aprile la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro, dedicata, quest'anno, alla prevenzione delle malattie professionali

Secondo le stime, ogni anno 2,34 milioni di persone perdono la vita a causa di incidenti e malattie professionali. Di queste, circa 2,02 milioni perde la vita a causa di malattie professionali di varia natura. Dei 6300 decessi che ogni giorno si verificano per ragioni di natura professionale, 5500 sono causati da svariate malattie professionali.
L'ILO stima inoltre che ogni anno siano 160 milioni i casi di malattie professionali non letali

L'aumento di nuove forme di malattie professionali, evidenzia l'Organizzazione internazionale del lavoro nel suo rapporto, induce ad una più attenta riflessione sulla natura dei nuovi rischi che emergono nel mondo del lavoro a seguito dei cambiamenti tecnologici, sociali ed organizzativi determinati dal rapido diffondersi della globalizzazione. 

In tale contesto, seppure il miglioramento dei livelli di sicurezza, il progresso tecnologico e adeguate normative abbiano contribuito alla diminuzione di alcuni rischi, continua ad essere inaccettabile l'impatto che le malattie professionali hanno sulla salute dei lavoratori. 

In tale direzione è necessario promuovere misure che diano priorità assoluta ad azioni di miglioramento dei programmi nazionali di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso il riconoscimento, la prevenzione e la cura non soltanto degli infortuni ma anche delle malattie professionali

Per ulteriori informazioni e approfondimenti:


mercoledì 24 aprile 2013

Quando ci sono le idee, ma mancano le risorse per realizzarle.


Dalla Puglia e più precisamente dalle Valle d'Itria nasce un incubatore di giovani startupper: Finanziami il tuo futuro.
Finanziami il tuo futuro è uno strumento innovativo volto alla promozione e diffusione di nuove progettualità per lo sviluppo del territorio. Nasce dalla necessità di integrare e rivitalizzare i settori produttivi dell’economia locale attraverso l’innovazione e la creatività dei giovani di una specifica area del territorio pugliese. 
E' rivolto ai giovani, di età compresa dai 18 ai 35 anni, residenti nei Comuni di Alberobello (Ba), Cisternino (Br), Locorotondo (Ba), Martina Franca (Ta), Noci (Ba) e Putignano (Ba).
Alla  base dell'iniziativa c'è la volontà di investire sulle idee vincenti senza avere (grossi) investitori. Quindi come si fà? Si usa il crowd funding!
Il crowd funding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Le piattaforme web sono gli strumenti che permettono l’incontro e la collaborazione tra i soggetti che partecipano al crowdfunding. Attraverso il web non è solo possibile facilitare l’incontro tra la domanda di finanziamenti da parte di chi promuove dei progettie l’offerta di denaro da parte degli utenti, ma anche creare reti e sinergie grazie alle quali le stesse idee possono essere diffuse. Questa strategia di finanziamento applicata ad un territorio circoscritto può produrre notevoli risultati in termini di sviluppo socio-economico. Le reti familiari, infatti possono rappresentare quella fiducia di base capace di favorire il moltiplicarsi dei contributi economici.

Vuoi saperne di più visita il sito: http://www.finanziamiiltuofuturo.it/ o vedi il VIDEO


mercoledì 27 marzo 2013

Un esempio di politica aziendale che riesce a valorizzare le risorse più preziose

Segest Spa condividerà con dipendenti e collaboratori il 20% degli utili d’impresa

Serve una svolta. Nel difficile momento che sta affrontando il Paese, con aziende e cittadini che faticano ad arrivare a fine mese, Segest S.p.a. ha deciso di dare un segnale forte di fiducia, responsabilizzazione e partecipazione sia internamente, ai nostri dipendenti e collaboratori, sia verso l’esterno, a quel mondo delle PMI così consolidato e al tempo stesso traballante. A partire da quest’anno saremo infatti certamente i primi del nostro settore – e tra i primissimi in Italia – a condividere con il personale una quota pari al 20% dell’utile netto della società. Si tratta di un’iniziativa che riteniamo travalichi la semplice dinamica interna al mondo del lavoro e, in questo frangente storico, possa acquisire un importante significato politico e sociale.

Non siamo i primi a compiere questo passo, ma la differenza cruciale sta nel fatto che applicheremo questo principio di condivisione in una dimensione d’impresa e settore di attività del tutto innovativi: in quanto azienda di servizi che impiega una trentina di persone contiamo di costituire un simbolo e un esempio per una miriade di altre imprese, andando ben oltre l’applicazione (già rara) nella grande produzione industriale, come avviene alla Volkswagen, per intenderci.

Il fatto è che proprio per queste nostre caratteristiche siamo consapevoli di avere nel personale e nella metodologia di lavoro le nostre risorse principali. Segest è un’azienda che dà spazio ai giovani (l’età media è 33 anni, considerando anche me che alzo le statistiche), che crede nella formazione e offre ai neolaureati la possibilità di crescere insieme, che non ha bisogno di quote rosa perché ha già un 70% di donne al proprio interno e altrettante nel Comitato di Direzione. E queste persone, che si impegnano quotidianamente per mantenere l’azienda competitiva in un contesto così difficile, devono sapere che l’azienda è anche loro, che i loro sforzi rispecchiano un disegno comune, che remando insieme possiamo arrivare tutti in porto al sicuro, non soltanto chi sta al timone.

Il nostro è un percorso che viene da lontano. Abbiamo navigato controcorrente, investendo in formazione, tecnologia e risorse umane, fino a ottenere per primi nel nostro settore la certificazione in Qualità e Ambiente nel 2006 e, anche grazie a questi sforzi, siamo potuti crescere in maniera autonoma, sostenendoci con le nostre forze senza far ricorso al credito, creando un’azienda unica e sana, ininterrottamente in attivo dal 2004, in grado di attrarre cervelli dalle aree circostanti e di giocarsela alla pari con le multinazionali a partire da una realtà territoriale debole e decentrata come quella ferrarese.

Ma lavorare bene non basta e ogni giorno ognuno di noi è chiamato a uno sforzo maggiore, a reinventarsi e migliorarsi per farsi strada tra mille difficoltà. Il punto è che non è più il momento del piccolo cabotaggio, serve un balzo culturale, un’ardita impresa che imprima una svolta ai concetti stessi di lavoro e di governance. Pensiamo che la partecipazione agli utili di impresa da parte di tutti (e non è un caso che abbiamo deciso di includere nel progetto anche i collaboratori, simboli stessi del precariato) possa e debba essere un segnale forte in questa direzione, in grado di fornire la giusta motivazione al personale, ma non come si promette una carota all’asino, bensì come si condivide il raccolto in una comunità coesa, nella quale si sa che dal proprio sforzo individuale dipende il benessere collettivo. E soprattutto per aprire a un’idea di partecipazione in linea con quanto portiamo avanti da anni col nostro lavoro nel campo delle relazioni pubbliche, imperniato sul concetto di cittadino come stakeholder. E a ogni stakeholder, giustamente, spetta la propria quota, nel nostro caso letteralmente.

Una volta presa questa decisione abbiamo faticato non poco a trovare le modalità con cui attuarla, tra sistemi di ripartizione e normative bizantine (la burocrazia certo non ha aiutato). Saremmo dunque lieti di condividere la nostra esperienza con chi ritiene che la strada che stiamo tracciando possa essere interessante anche per altri. Noi pensiamo di sì. Male che vada, saremo gli unici e ne coglieremo da soli i frutti.

Fonte: http://www.segest.com/2013/03/25/il-nostro-piu-grande-patrimonio-sono-le-persone/ 

lunedì 25 marzo 2013

Min.Lavoro: sostegno all'occupazione delle persone svantaggiate e delle donne


Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali informa, dal proprio sito internet, che il 21 marzo 2013 sono stati adottati due provvedimenti di rilevante importanza in materia di sostegno all’occupazione.
In particolare, il decreto firmato dai Ministri Elsa Fornero e Vittorio Grilli disciplina le agevolazioni contributive che possono essere riconosciute in favore dei datori di lavoro che abbiano stipulato, fino alla data del 31 dicembre 2012, contratti di inserimento lavorativo.
Trova concreta attuazione un provvedimento atteso fin dal 2009, che consente di riconoscere  incentivi economici in favore dei datori di lavoro che abbiano assunto, negli anni dal 2009 al 2012, donne prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi e residenti in regioni caratterizzate da elevati tassi di disoccupazione femminile. 
Il Ministro Fornero ha inoltre firmato il decreto con il quale sono individuati i cd. 'lavoratori svantaggiati', in applicazione dei principi stabiliti dal regolamento comunitario CE n. 800/2008.
Viene in tal modo definita una specifica categoria di lavoratori per i quali, nel caso di stipulazione di un contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato, sarà possibile derogare alle ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo e sostitutivo che ordinariamente sono necessarie per poter instaurare tali rapporti di lavoro.
Questo secondo decreto, che si compone di un unico articolo, stabilisce che sono da considerarsi lavoratori svantaggiati quanti:

a) non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, ovvero i soggetti che, negli ultimi sei mesi, non hanno prestato attività lavorativa di natura subordinata della durata di almeno sei mesi o che, negli ultimi sei mesi, hanno svolto attività lavorativa di natura autonoma o parasubordinata dalla quale derivi un reddito inferiore al reddito annuale minimo personale escluso da imposizione;
b) non possiedono un diploma di scuola media superiore o professionale (ISCED 3), ovvero coloro che non abbiano conseguito un titolo di studio d’istruzione secondaria superiore, rientrante nel livello terzo della classificazione internazionale sui livelli d’istruzione;
c) sono occupati in uno dei settori economici dove c’è un tasso di disparità uomo-donna che supera di almeno il 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici italiani e appartengono al genere sottorappresentato, considerando a tal fine i settori annualmente individuati dalla Rilevazione Continua sulle Forze di lavoro effettuata dall’ISTAT.  

INAIL: le indicazioni operative per la verifica della genuinità delle c.d. "partite iva"


L'INAIL, con la circolare n. 15 del 20 marzo 2013, fornisce le indicazioni operative per la verifica della genuinità delle c.d. "partite iva", così come discipolinate dalla Legge n. 92/2012 (c.d. Riforma lavoro) che ha istituito l'art. 69bis al D.L.vo n. 276/2003.
Inoltre, pone particolare riferimento agli obblighi assicurativi e la disciplina contributiva.

Flussi di ingresso per lavoratori non comunitari stagionali


Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 febbraio 2013 - in corso di registrazione presso la Corte dei Conti - è stata prevista l’apertura dei flussi di ingresso per i lavoratori non comunitari stagionali per l’anno 2013, entro una quota massima di 30.000 cittadini stranieri residenti all’estero. 



Nel citato decreto, in particolare, si prevede che per l’anno in corso sia ammesso l'ingresso di lavoratori subordinati stagionali provenienti da: Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Egitto, Repubblica delle Filippine, Gambia, Ghana, India, Kosovo, Repubblica ex Jugoslava di Macedonia, Marocco, Mauritius, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Ucraina, Tunisia. 
Nell’ambito della quota di 30.000 unità, 5.000 ingressi sono riservati ai cittadini dei Paesi sopra indicati che abbiano già fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale per almeno due anni consecutivi e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale. L'applicativo per la compilazione delle domande di ingresso lavoratori è disponibile all’indirizzohttps://nullaostalavoro.interno.it/Ministero/index2.jsp

Si precisa che l'invio delle domande sarà possibile a partire dalle ore 8 del giorno successivo alla pubblicazione del decreto del 15 febbraio 2013 sulla Gazzetta Ufficiale e sino alle ore 24 del 31 dicembre. Dell’avvenuta pubblicazione verrà data tempestiva comunicazione su questo sito internet e su quello del Ministero dell’Interno. Le modalità per la presentazione delle domande di nulla osta sono contenute nella la Circolare congiunta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero dell’Interno del 19 marzo 2013, con la quale si chiarisce, fra l’altro, che - sempre nell’ambito delle 30.000 quote - è consentita anche la presentazione di domande a favore di lavoratori appartenenti a nazionalità non comprese nell’elenco sopra riportato che siano tuttavia già entrati in Italia per lavoro stagionale nell’anno 2012. 


Fonte: Min.Lavoro


venerdì 15 marzo 2013

Incentivi per l'assunzione di lavoratori licenziati da piccole imprese



Immagine associata al documento:
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, comunica che, in attuazione dell'impegno a suo tempo assunto in considerazione della mancata proroga, in via legislativa, dell'apposito intervento di incentivazione all'assunzione di lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo (GMO), ha varato un decreto che prevede specifici premi per l'assunzione di tali lavoratori.
In particolare, il decreto dispone l'attribuzione di un incentivo, in forma capitaria (cifra fissa mensile, riproporzionata per le assunzioni a tempo parziale), per i datori di lavoro che, nel corso del 2013, assumano a tempo indeterminato o determinato, anche part-time o a scopo di somministrazione, lavoratori licenziati, nei dodici mesi precedenti l'assunzione, per GMO connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro.

L'importo dell'incentivo è pari a 190 euro mensili per un periodo di 12 mesi, in caso di assunzione a tempo indeterminato.

Il medesimo importo è corrisposto per un massimo di 6 mesi in caso di assunzione a tempo determinato. 

L'ammissione al beneficio è gestita dall'Inps con procedura informatizzata e automatica, fino a capienza delle risorse stanziate, pari a 20 milioni di euro

Con il provvedimento i lavoratori destinatari dell'incentivo non rischiano più di essere «spiazzati» nelle assunzioni rispetto ai lavoratori che possono essere iscritti nelle liste di mobilità, perché licenziati, con procedimento collettivo, da imprese con più di quindici dipendenti.   

martedì 12 marzo 2013

Oltre il PIL l'Italia propone il BES.


Anzichè indicare con il PIL il prodotto interno lordo, si potrebbe lavorare ad un nuovo indicatore che misuri il Progresso degli Individui Laboriosi, cosa le persone fanno per lo sviluppo individuale e collettivo, azioni che spesso sfuggono ai comuni indicatori statistici ed economici.

Il Cnel e l'Istat, stanno lavorando in tal senso.
E' stato pubblicato il primo rapporto sul BES, il Benessere Equo e Sostenibile. I risultati dell'indagine sono reperibili sul portale dell'Istituto Nazionale di Statistica al seguente link: http://www.istat.it/it/files/2013/03/bes_2013.pdf

L'iniziativa pone l'Italia all'avanguardia nel panorama internazionale in tema di sviluppo di indicatori sullo stato di salute di un Paese che vadano oltre il PIL.

mercoledì 27 febbraio 2013

Quando è possibile servirsi dell’istituto del co.co.pro nelle Organizzazioni Non Governative e nello Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale?


In merito all’applicabilità della forma contrattuale della collaborazione coordinata continuata a progetto ai collaboratori delle ONG/ONLUS e ad altre organizzazioni del Terzo Settore si riporta il contenuto della Circolare 7.2013 del Ministero del Lavoro.

Le Organizzazioni di cui innanzi operano prioritariamente per il raggiungimento di scopi sociali e umanitari (ad esempio  miglioramento dell’ambiente,  rispetto dei diritti umani,  incremento del benessere per le fasce di popolazione meno abbienti ecc.).
La finalità sociale di ciascuna organizzazione non governativa caratterizza evidentemente il suo oggetto e dunque l’attività svolta dagli appartenenti alla stessa, che operano attraverso forme di collaborazione gratuite ovvero mediante tipologie contrattuali di natura subordinata o autonoma.
Nell’ambito di tale attività è possibile individuare specifici progetti che, pur contribuendo al raggiungimento  dello scopo sociale, se ne distinguono per una puntuale declinazione di  elementi specializzanti che consentono anche l’attivazione di forme di collaborazione coordinata e continuativa riconducibili alla disciplina di cui agli artt. 61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003.
In sostanza,  ove  l’attività del collaboratore  sia  connotata da  elementi di  specificità puntualmente declinati nel progetto e finalizzati al raggiungimento di un autonomo risultato conseguito attraverso una attività che presenti margini di autodeterminazione del prestatore, appare possibile l’utilizzo della tipologia contrattuale in esame.
Più in particolare, la sussistenza di una genuina co.co.pro. è condizionata,  nei settori in esame, alla presenza dei seguenti elementi:
  • assoluta determinatezza dell’oggetto dell’attività inteso anche come parte integrante del più generale obiettivo perseguito dall’organizzazione;
  • circoscritta individuazione dell’arco temporale per l’espletamento dell’attività progettuale in funzione dello specifico risultato finale;
  • apprezzabili margini di autonomia anche di tipo operativo da parte del collaboratore, obiettivamente riconoscibili nelle modalità di svolgimento della prestazione stessa ossia per lo svolgimento di compiti non meramente esecutivi;
  • possibilità di obiettiva verifica circa il raggiungimento dei risultati attesi.
A titolo esemplificativo, l’attività del collaboratore svolta in ambito socio assistenziale non può rispondere a puntuali direttive o specifiche indicazioni operative da parte del committente che vanifichino ogni margine di  autonomia tecnica e metodologica nella scelta delle  prestazioni in funzione delle esigenze degli utenti beneficiari e delle finalità dell’intervento.
In ordine alle modalità concrete di svolgimento della prestazione è possibile rinvenire, infatti, margini di autonomia laddove i collaboratori concordino di volta in volta con il destinatario finale della prestazione  gli aspetti operativi afferenti alla tipologia di intervento, gli orari di assistenza nonché le concrete modalità di erogazione del servizio.

In definitiva, la natura autonoma del contratto oggetto di accertamento può essere riconosciuta a condizione che il collaboratore determini unilateralmente e discrezionalmente, senza necessità di preventiva autorizzazione e successiva giustificazione, la quantità di prestazione socio/assistenziale da eseguire e la collocazione temporale della stessa (cfr. Interpello n. 5/2010).  

UNA FORMAZIONE PER LA CRESCITA ECONOMICA E L’OCCUPAZIONE GIOVANILE


È il titolo del documento sul quale Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno posto la loro firma lo scorso 13 febbraio a Roma presso la sede dell’università Luiss Guido Carli. Le rappresentanze della parte datoriale e delle tre sigle sindacali hanno individuato e messo nero su bianco degli indirizzi comuni per sostenere l’innovazione nei campi dell’orientamento, dell’istruzione tecnica e professionale, della professione insegnante, dei poli tecnico professionali e degli ITS, dell’apprendistato e dei Fondi Interprofessionali.
I punti più importanti del documento si riassumono in: favorire la crescita delle competenze dei giovani, potenziare le capacità del sistema produttivo d’impiegare giovani qualificati, ridurre il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, far crescere i giovani che fanno stage, apprendistato e dottorati nelle imprese. Nel documento, ponendo particolare accento sulle ricadute in termini di occupabilità giovanile, si ritiene inoltre strategico, lo sviluppo sul territorio di reti tra scuola, università e impresa per il miglioramento della ricerca industriale e delle competenze spendibili sul mercato del lavoro.


Il  documento:
http://www.cgil.it/Archivio/formazione-ricerca/Formazione_DocumentoIntenti_CGILCISLUILConfindustria.pdf

Programma Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale


Saper fare con le proprie mani come virtù aggiuntiva, la passione per un lavoro a regola d'arte, la creatività al servizio dell’utilità: la modernizzazione del mercato del lavoro italiano passa attraverso l’investimento nel talento, nel merito e nella libera iniziativa e soprattutto in quel saper creare e trasformare beni di diretta utilità per l’uomo.

In questo contesto, l’artigianato può tornare ad essere motore di nuova occupazione attraverso il recupero dei valori legati al lavoro, un obiettivo sempre più condiviso da tutti gli attori della vita economica e sociale del Paese.
 
La sfida riguarda la capacità di trasmettere alle nuove generazioni le tante virtù delle professioni legate al lavoro artigianale, che hanno sempre rappresentato la spina dorsale dell’economia italiana, e che rischiano di scomparire.

Secondo una recente elaborazione della CGIA di Mestre (Associazione Artigiane Piccole Imprese) l’elenco delle professioni in “via di estinzione” include una serie di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, gli impagliatori, i muratori, i carpentieri, i lattonieri, i carrozzieri, i meccanici auto, i saldatori, gli armaioli, i riparatori di orologi e di protesi dentarie, i tipografi, gli stampatori offset, i rilegatori, i riparatori di radio e Tv, gli elettricisti, gli elettromeccanici, gli addetti alla tessitura e alla maglieria, i sarti, i materassai, i tappezzieri, i dipintori, gli stuccatori, i ponteggiatori, i parchettisti e i posatori di pavimenti.

Questi tornano ad essere i “mestieri cassaforte”, i passepartout per il successo in tempo di crisi. 
È in questo scenario che si inserisce l’iniziativa “Botteghe di Mestiere”, modello sperimentale di formazione on the job, che si propone di favorire la riscoperta, da parte dei più giovani, dei mestieri manuali.

Il 28 marzo scade la candidatura a questo programma.

Per conoscere i tirocini attivi e per potersi candidare il link di riferimento è il seguente:

sabato 23 febbraio 2013

WELFARE TO WORK MADE IN PUGLIA


PIANO STRAORDINARIO A FAVORE DEI PERCETTORI DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA E PERCETTORI DI SOSTEGNO AL REDDITO

DAL SUSSIDIO
ALLE MISURE ATTIVE DI RICOLLOCAMENTO NEL MERCATO DEL LAVORO

In attuazione dell’azione di sistema Welfare to Work per le politiche di reimpiego e degli accordi Stato-Regioni del 2009 e del 2011/2012, sono stati avviati in Puglia i percorsi di politica attiva rivolti ai percettori di ammortizzatori sociali in deroga, condotti su due fronti:
-          attraverso l’erogazione di servizi personalizzati forniti dai Centri per l’Impiego;
-          attraverso l’attivazione di attività formativa, volta o all’inserimento o al re-inserimento lavorativo.

L’attività formativa, in una prima fase, è stata realizzata in favore dei beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga, con formazione di base.

La presente proposta mira, invece, all’attivazione di un piano articolato di interventi volto a:
-          promuovere l’aggiornamento e il potenziamento delle competenze dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga attraverso l’avvio di appositi percorsi formativi di carattere più specialistico derivante da una rilevazione anche diretta delle figure professionali maggiormente richieste dal tessuto produttivo pugliese;
-          implementare percorsi di politiche attive all’interno dei Centri per l’Impiego;
-           prevedere la possibilità di attivare tirocini formativi;
-          riconoscere ai percettori degli ammortizzatori sociali in deroga nonché ai tirocinanti di cui al punto precedente una dote occupazionale che ne favorisca la ricollocazione nel mercato del lavoro;
-           coinvolgere il sistema degli enti locali nella promozione della ricollocazione dei percettori degli ammortizzatori sociali in deroga;
-          garantire forme di sostegno al reddito per coloro i quali per effetto degli Accordi sottoscritti a partire dal 2013 sono esclusi dagli ammortizzatori in deroga

Il piano, inoltre, considera quale assunto teorico che l’andamento sempre più preoccupante della crisi dimostra che il trasferimento sulla fiscalità generale dei costi degli ammortizzatori sociali in deroga con valori costanti appare difficilmente sostenibile nel medio periodo.
Si rende, pertanto, opportuno in maniera chiara e incisiva coinvolgere sistemi di sostegno di origine mutualistica che, ove presenti, andranno valorizzati e, ove assenti, andranno costituiti e rafforzati.

La verifica dell’impatto degli interventi previsti è affidato alla Cabina di regia del piano straordinario per il Lavoro integrata da rappresentanti di ANCI e UPI.
E’ istituita altresì una struttura tecnica paritetica di monitoraggio e sorveglianza per il monitoraggio del piano e per individuare ogni utile azione volta a migliorarne l’efficacia.

Il Presidente della Regione Puglia nell’illustrare il programma alla stampa ha ricordato che dietro la parola crisi ci sono tante cose, per esempio, in Puglia ci sono 23mila lavoratori in cassa integrazione in deroga e ci sono 17mila lavoratori in mobilità. 40mila persone, 40mila famiglie che vivono in una condizione di assoluta precarietà e incertezza. Ha specificato ulteriormente che il Piano presentato riguarda specificatamente questa platea, affinché possa essere ripresa in carico globalmente dalla nostra amministrazione regionale, perchè possa essere censita in tutti i suoi talenti professionali. Capire cioè che cosa è in grado di fare ciascuno di questi 40mila, per riconnetterli con il sistema di imprese e con il mercato del lavoro. Attraverso il Piano - ha aggiunto - li prendiamo in carico, li seguiamo con nuovi tirocini formativi, integriamo il loro reddito. Insomma non li abbandoniamo, anzi. Ci facciamo carico della povertà e proviamo a combatterla. Questi lavoratori costituiscono un frammento, ma è un frammento tra i più gelidi e più bui della povertà reale del nostro Paese.
 
Nel modello del Piano straordinario, molto apprezzato da tutto il partenariato (sindacati e associazioni datoriali)  non solo per il suo carattere moderno e innovativo, ma anche per la velocità con la quale è stato messo a punto, è stato inserito, come già innanzi menzionato, l'elemento della verifica dei risultati. Un monitoraggio dunque continuo, in condivisione con il partenariato, con l'obiettivo di rendere sempre più stringente la Cabina di regia che è insieme programmazione e controllo.
 
Il Governatore pugliese ha voluto precisare che i compiti della politica sono questi e non altri, cioè programmazione e controllo. La politica, quando gestisce in prima persona fallisce e va incontro a situazioni scandalose. La politica deve cedere potere dal punto di vista della gestione e assumere l'orientamento di programmare e controllare. E questo non si può che fare insieme con il partenariato. 

Un riferimento, doverosamente, è stato posto al lavoro importante che dovranno svolgere i centri per l'impiego. I centri per l'impiego devono essere dei cantieri operosi, con l'implementazione di servizi sia in termini quantitativi che in termini qualitativi.

Una presentazione del piano è possibile visualizzarla al seguente link:

Cambiare è possibile! La Puglia è stato un ulteriore esempio di politiche attive del mercato del lavoro. Futuri piani, anche a carattere nazionale, potranno riguardare le modalità di fare impresa, una impresa che guardi alle proprie risorse, ai lavoratori, che condivida con loro le strategie e che integri i piani di welfare a quelli di produzione.    

mercoledì 20 febbraio 2013

A 5 GIORNI DAL VOTO CHE VOCE SI ALZA DALLA PUGLIA?


Quella di un vivace gruppo di cittadini che hanno deciso di alzare l’indice invece di puntarlo.
Sono spontaneamente confluiti in OPEN, una rete di persone e progetti, espressione di vari percorsi di cittadinanza attiva. Dall’animatore sociale al counselor, dal piccolo imprenditore all’operaio, dal professore al ricercatore universitario, dal dipendente di una pubblica amministrazione al precario, dal pre-adolescente al saggio uomo di una certa età. Donne e uomini che hanno offerto il proprio contributo, il proprio lavoro, il proprio tempo per analizzare i mal funzionamenti dell’attuale sistema e proporre eventuali soluzioni.
Ai candidati pugliesi si è chiesto, se eletti, di portare in discussione in Parlamento 5 temi prioritari:
-       l’ILVA, intesa come sfida per il rilancio di un’area industriale compatibile con l’ambiente e risorsa per la società;
-      le infrastrutture, quelle fisiche che si affianchino al formidabile processo di infrastrutturazione sociale che nel corso degli ultimi anni è stato sperimentato e consolidato nella regione;
-    l’ulteriore investimento sulle persone, che coinvolga contemporaneamente la scuola, la ricerca e l’innovazione;
-         lo sviluppo delle aree interne, risorsa sulla quale investire e non solo un luogo al quale approcciarsi in modo predatorio sacrificandone la biodiversità;
-     le politiche attive a favore dei NEET, i not educational employment or training, i giovani che non studiano e non lavorano e che spesso sfuggono anche alle indagini demoscopiche.
L’intervento conclusivo è stato affidato all’uomo attorno al quale questo gruppo di cittadini ha condensato il proprio impegno, Guglielmo Minervini, il quale, asserendo che nessuna forma di delega taumaturgica al leader oggi ci può salvare, ricordando un passaggio del film di Roberto Andò Viva la libertà, ha invitato a riscoprire il senso profondo della parola passione, per costruire un futuro per cui valga la pena spendersi.          

martedì 19 febbraio 2013

AD UNA SETTIMANA DAL VOTA COSA DICONO OLTREOCEANO?


Da pag. 22 del New York Times di martedì 19 febbraio 2013:

La morale dell’editoriale è che se l’Italia vuole passare dalla recessione alla crescita ha bisogno di un vero cambiamento!

giovedì 17 gennaio 2013

Sistema nazionale di certificazione delle competenze

16 gennaio 2013
A breve la pubblicazione del Decreto legislativo in Gazzetta Ufficiale

Disciplinare organicamente, nell’ordinamento giuridico italiano, una serie di istituti innovativi, quali l’apprendimento permanente e la validazione e certificazione delle competenze acquisite in percorsi non formali o informali, con l’obiettivo di allineare i servizi pubblici centrali e territoriali di istruzione, formazione e lavoro agli orientamenti e indirizzi comunitari nonché alle regolamentazioni già introdotte, in materia, dagli altri paesi europei. È questo l'obiettivo del Decreto legislativo sul Sistema nazionale di certificazione delle competenze approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri nella seduta dell’11 gennaio, dopo aver ottenuto lo scorso 20 dicembre il via libera della Conferenza unificata. 

Il provvedimento, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, viene adottato su proposta dei Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con gli altri Ministri competenti, in attuazione della riforma del mercato del lavoro per la crescita (legge n. 92 del 2012, articolo 4, commi da 58 a 61 e commi 67 e 68). 

L’esigenza è far emergere e far crescere il grande capitale umano rappresentato dalle competenze, finora scarsamente valorizzate, acquisite in tutti i contesti: sul lavoro, nella vita quotidiana e nel tempo libero. Un sistema rigoroso e coordinato a livello nazionale di riconoscimento delle competenze, comunque acquisite, promuove infatti la mobilità geografica e professionale, favorisce l’incontro tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, accresce la trasparenza degli apprendimenti e dei fabbisogni e l’ampia spendibilità delle certificazioni in ambito nazionale ed europeo. 

Il sistema nazionale di certificazione delle competenze costituisce, pertanto, una fondamentale infrastruttura di raccordo tra le politiche di istruzione, formazione, lavoro, competitività, cittadinanza attiva e welfare in sintonia con le dinamiche e gli indirizzi di crescita e sviluppo dell’Unione europea.


Fonte: http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/Notizie/20130114_Sistema+nazionale+di+certificazione+delle+competenze.htm 

domenica 13 gennaio 2013

La Formazione e la Sicurezza sul Lavoro nelle aziende pugliesi

FORMAZIONE

Segnalo che con determinazione dirigenziale del Servizio Formazione Professionale n. 2097 del 28 dicembre 2012 è stato approvato l'Avviso FC/13 relativo ai "Piani formativi aziendali e pluriaziendali".

I piani formativi aziendali e pluriaziendali, sono rivolti alla formazione degli occupati di una o più imprese, al fine di adeguare e sviluppare le competenze organizzative e la professionalità dei dipendenti e possono essere presentati ed attuati da: 
- singole imprese solo ed esclusivamente per i propri dipendenti;
- per i Piani pluriaziendali obbligatoriamente da Raggruppamenti Temporanei di Imprese (RTI) o loro consorzi e/o Raggruppamenti Temporanei di Scopo (RTS), già costituiti o in via di costituzione;
- organismi di formazione accreditati per la macrotipologia "formazione continua", a cui l' azienda/e affidi/no l'incarico di realizzare l'attività formativa sia per i piani aziendali che pluriaziendali.

Nel caso di piani pluriaziendali affidati ad ente di formazione accreditato, le imprese partecipanti non saranno tenute a costituirsi in Raggruppamento Temporaneo.

Il paragrafo E) dell'Avviso definisce le imprese beneficiarie e i lavoratori destinatari dell'intervento.

Le imprese beneficiarie sono le imprese di diritto privato, assoggettate al contributo dello 0,30% sul monte salari, di cui all’art. 12 della legge n. 160/1975, così come modificato dall’art.25 della Legge 21/12/1978 n.845 e successive modificazioni (contributo integrativo per l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria versato prioritariamente all’INPS) che prestino la loro attività lavorativa presso un’unità produttiva ubicata nel territorio regionale. 
Sono escluse le imprese a prevalente capitale pubblico, le associazioni e le fondazioni. 

Lavoratori destinatari 
a) Lavoratori occupati di imprese di diritto privato che prestino la loro attività lavorativa presso un’unità produttiva ubicata nel territorio regionale.  Per lavoratori occupati si intendono i lavoratori dipendenti, compresi i soci di imprese cooperative, con rapporto di lavoro subordinato; 
b) lavoratori dipendenti in CIG/ CIGS; 
c) lavoratori con contratto a progetto cosi come definito dal  D.Lgs. n.276 del10/09/2003, purchè l’attività formativa si svolga durante la vigenza contrattuale; 
d) apprendisti se l’intervento formativo è aggiuntivo rispetto a quello previsto dal contratto e dalla normativa vigente.  

Gli interventi formativi rivolti, invece, ai lavoratori in cassa integrazione a zero dovranno prevedere un piano di rientro da allegare al formulario di presentazione della proposta (Cfr. allegato 9). 

La domanda di partecipazione, da parte dei soggetti attuatori, deve essere presentata nelle forme e modalità previste dal paragrafo H) dell'Avviso, pena l'esclusione, esclusivamente a mano o tramite servizio di corriere espresso, al seguente indirizzo:
REGIONE PUGLIA
Servizio Politiche per il Lavoro
Viale Corigliano 1 - Zona Industriale
70132 - B A R I

I termini di consegna sono inderogabilmente fissati, pena l'esclusione, secondo quanto di seguito stabilito:
- 1° scadenza: entro le ore 13.00 del giorno 31/03/2013
- 2° scadenza: entro le ore 13.00 del giorno 30/06/2013

Le informazioni in ordine al bando potranno essere richieste:
- al Servizio Formazione Professionale, Via Corigliano 1 Zona Industriale - Bari, il martedì e il giovedì dalle ore 10,00 alle ore 13,00
- al seguente numero telefonico : 080/5405409;
- al seguente indirizzo email: f.leuci@regione.puglia.it

Il provvedimento e i relativi allegati sono pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 2 del 3 gennaio 2013. Cfr. il link seguente
http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/DettaglioInfo?id=28788 

SICUREZZA SUL LAVORO

Il 20 dicembre scorso è stato pubblicato sul sito dell`Inail il nuovo Avviso pubblico 2012. 
Segue una scheda sintetica del Bando.
1) OBIETTIVO Incentivare le imprese a realizzare interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Possono essere presentati progetti di investimento e progetti per l`adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale. 
2) AMMONTARE DEL CONTRIBUTO L'incentivo è costituito da un contributo in conto capitale nella misura del 50% dei costi del progetto. Il contributo massimo è pari a 100.000 euro, il contributo minimo erogabile è pari a 5000 euro. Per le imprese fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l`adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale non è fissato il limite minimo di spesa. Per i progetti che comportano contributi pari o superiori a 30.000 euro è possibile richiedere un`anticipazione del 50% del finanziamento. 
3) DESTINATARI Destinatari sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura. 
4) RISORSE Le risorse Per l`anno 2012 l`INAIL sono 155,352 milioni di euro ripartiti in budget regionali, di cui: - 9,102 milioni di euro per i finanziamenti di cui all`art. 11, comma I lett. a) D. Lgs. 81/2008 (le risorse trasferite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) destinati ai progetti relativi all`adozione di modelli organizzativi per la gestione della sicurezza - 146,250 milioni di euro per i finanziamenti INAIL di cui all`art. 11 comma 5 D. Lgs. 81/2008 (le risorse INAIL) destinati: - ai progetti di investimento (strutturali e macchine) - ai progetti relativi a: - Adozione di un sistema di responsabilità sociale certificato SA 8000 - Modalità di rendicontazione sociale asseverata da parte terza indipendente
5) MODALITA' E TEMPI 
5.1. Compilazione e salvataggio online della domanda - 15 gennaio - 14 marzo 2013 Nel periodo dal 15 gennaio al 14 marzo 2013 sul sito www. inail. it - Punto Cliente, le imprese, previa registrazione, avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà l`inserimento della domanda, con la possibilità di effettuare tutte le simulazioni e modifiche necessarie fino alle ore 18.00 del 14 marzo, allo scopo di verificare che i parametri associati alle caratteristiche dell`impresa e del progetto siano tali da determinare il raggiungimento del punteggio minimo di ammissibilità, pari a 120 (punteggio soglia). E` possibile, pertanto, effettuare modifiche della domanda precedentemente salvata e procedere a nuovo salvataggio fino alle ore 18.00 del 14 marzo 2013. 
5.2. Download del codice identificativo - 18 marzo 2013 A partire dal 18 marzo 2013 le imprese la cui domanda salvata in precedenza abbia raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità prevista, potranno accedere all`interno della procedura informatica per il download del proprio codice identificativo che le identificherà in maniera univoca. 
5.3. Pubblicazione della data di invio della domanda online - 8 aprile 2013. Le domande inserite, alle quali è stato attribuito il codice identificativo, ormai salvate e non più modificabili, potranno essere inoltrate online; la data e l`ora di apertura e di chiusura dello sportello informatico per l`inoltro on-line delle domande saranno pubblicate sul sito www. inail. it a partire dall`8 aprile 2013. Gli elenchi in ordine cronologico di tutte le domande inoltrate saranno pubblicati sul sito INAIL entro 7 giorni dalla chiusura dell`ultima sessione di invio online, con evidenza di quelle collocatesi in posizione utile per l`ammissibilità del contributo, ovvero fino alla capienza della dotazione finanziaria complessiva. In caso di ammissione all`incentivo, l`impresa ha un termine massimo di 12 mesi per realizzare e rendicontare il progetto. Entro 90 giorni dal ricevimento della rendicontazione, in caso di esito positivo delle verifiche, viene predisposto quanto necessario all`erogazione del contributo. Dal giorno successivo, le imprese avranno a disposizione 30 giorni per trasmettere alla Sede INAIL competente tutta la documentazione prevista, utilizzando la Posta Elettronica Certificata.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.inail.it o il link seguente
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SICUREZZA&nextPage=Finanziamenti_alle_imprese/index.jsp 

Le aziende dovranno visionare gli avvisi pubblici relativi alla Regione di appartenenza. Per quanto riguarda la puglia, inoltre, le risorse destinate sono quelle indicate nella tabella seguente
ISI 2012  -  RIPARTIZIONE DELLE RISORSE PER REGIONE
Regione
Ripartizione
%
Stanziamento INAIL
(art.11 comma 5 D. Lgs. 81/2008)
(EURO)
Stanziamento Ministero
Del Lavoro e Politiche Sociali
art. 11, comma 1 lett.a) D. Lgs. 81/2008
(EURO)
Stanziamento totale
(EURO)
Puglia
3,54
5.178.088
322.274
5.500.362